mercoledì 23 luglio 2008

L’APPROCCIO DEL NICHILISTA ELEGANTE ALLA STORIA DELLA FILOSOFIA: Nietzsche e lo Schopenhauer come (maleducato) educatore


Nietzsche e lo Schopenhauer come (maleducato) educatore

Quante volte avvicinandosi a Nietzsche lo si riconduce alla linea di rapporto con Schopenhauer? Si noti bene, l’eredità schopenhaueriana del filosofo di Rocken è indiscutibile, ancor più se ci rimettiamo alle semplici ammissioni di Nietzsche stesso e al tributo rappresentato da Schopenhauer come educatore . Ecco che però, un passaggio ben poche volte sottolineato emerge dai primi passi del capitolo noi dotti in al di là del bene e del male:

[…] l’influsso esercitato da Schopenhauer sulla Germania moderna – con il suo sciocco furore contro Hegel è riuscito a estromettere l’intera ultima generazione dal rapporto con la cultura tedesca, la quale cultura, tutto considerato, ha rappresentato un culmine e un affinamento divinatorio del senso storico; ma proprio su questo punto lo stesso Schopenhauer era povero, non recettivo, non tedesco fino alla genialità. (p.106 della edizione Adelphi)

Il problema di Nietzsche non sta nel fatto che egli periodicamente riveda figure intellettuali per lui “paterne” (cfr. caso Wagner) quanto invece nel fatto che egli tenga, quasi maniacalmente, a conservare e gettare in una sorta di metabolismo spirituale l’aristocraticità e la plebeità di ogni pensatore. Con buona pace degli interpreti - mi verrebbe da dire – “conflittualisti”, la storia della filosofia per Nietzsche non deve essere il luogo del “rigetto”. Chi si lascia abbagliare dall’efferatezza con cui egli tratta ora qua ora là taluni o talaltri filosofi non avrà mai compreso il profondo amore che lega Nietzsche ad ogni filosofo. Ma già da solo egli sapeva che tale pericolo risiede in

Quell’acromatopsia dell’uomo utilitario, il quale nella filosofia altro non vede se non una serie di sistemi confutati e una prodiga magnificenza che non ‘serve’ a nessuno. (Ivi)

Ma se già in Aristotele vediamo che “la filosofia non serve a nulla, dirai; ma sappi che proprio perché priva del legame di servitù è il sapere più nobile”( Metafisica I, 2, 982b), anche nel mio articolo di tempo fa sulla “divina inutilità” del filosofo troviamo ragioni per difendere l’inattaccabilità di ogni buon filosofo in quanto tale.

Nessun filosofo ha il diritto, dunque, di figurare sé e gli altri filosofi con la spada di Damocle all’altezza dello spirito.

Detto ciò, cosa ancor più importante sta nel non vivere tale presa di coscienza con quell’ “istinto democratico” al quale il nostro porre ordine occidentale, per così dire, è soggiogato. Bisogna evitare il pericolo più grande che può derivare dal conoscere l’inesistenza della spada di Damocle, ovvero quello che ha “radicalmente pregiudicato la venerazione per la filosofia e ha spalancato la porta all’istinto della plebaglia” (p.106) . Perché anche il “serio” studioso di filosofia può inceppare le sue fortune. Si veda pagina 119 nel capitolo noi dotti di al di là del bene e del male della sopra citata edizione Adelphi:

Insisto nel dire che si cessi finalmente dallo scambiare per filosofi gli operai della filosofia e soprattutto gli uomini di scienza […] Può darsi che per l’educazione del vero filosofo sia necessario che anche lui si sia arrestato una volta su tutti questi gradini ai quali i suoi servitori, gli operai scientifici della filosofia, restano inchiodati; forse deve essere stato anche lui un critico e uno scettico e un dogmatico e uno storico, e oltre a ciò un poeta e un raccoglitore e un viaggiatore e un divinatore di enigmi e un moralista e un veggente e un “libero spirito”, quasi ogni cosa, per percorrere la cerchia dei valori e dei sentimenti di valore umani e per potere scrutare dall’alto verso ogni lontananza, dagli abissi verso ogni altitudine, dal cantuccio verso ogni orizzonte.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Conservazione aristocratica come apprezzamento estetico della profondità della ricerca?
(il vero senso di "una bella pensata")
Gusto architettonico per la costruzione? Smontare per vedere come funziona, stupirsi, dare un colpetto quà e là per far muovere tutto o una parte, saggiare la solidità delle colonne.
Dubbio, critica, distruzione, decostruzione - unica forma di rispetto per un pensatore?

Danny ha detto...

interessante